Si è conclusa la prima edizione de "La Giornata Nazionale del Biologo Nutrizionista" (24-25 maggio). I dati emersi dall'indagine sul campo nelle quattro città campione: Bari, Milano, Napoli e Roma

nutrizionista in piazza logoIn Italia una persona su tre è al di sopra del proprio peso ideale. Al problema della malnutrizione sono correlate disfunzioni metaboliche che possono minare la salute della popolazione ma anche incidere sulla spesa sanitaria. Una capillare opera di prevenzione primaria attraverso l’educazione alimentare, infatti, e la pronta correzione delle cattive abitudini dello stile di vita consentirebbero di intervenire prima dell’insorgenza della patologia.

Patologie correlate all'obesità quali l’ipertensione, l’intolleranza glucidica, il diabete, la steatosi epatica, solo per citare qualche esempio, non sono più esclusive delle persone adulte ma iniziano, in maniera preoccupante, a interessare i bambini in età scolare. Così come pasti consumati frettolosamente e fuori casa e ritmi di vita incalzanti portano a scegliere junk food, fast food, maxi porzioni, alimenti iperconditi e bibite zuccherate.

Per questo è fondamentale l’educazione alimentare. Con questa idea è nato il progetto della «Giornata Nazionale del Biologo Nutrizionista» che sabato 24 e domenica 25 maggio ha visto schierati numerosi biologi nutrizionisti che hanno prestato volontariamente e gratuitamente la loro opera professionale all'interno di stand organizzati in più studi di consulenza. Sono state fatte, a chi le ha richieste, interviste alimentari e dello stile di vita, valutazioni antropometriche e dello stato nutrizionale. Le città interessate dal progetto pilota sono state Bari, Milano, Napoli e Roma.

Secondo i dati rilevati dall’Istat nel 2013 la quota di persone obese o in sovrappeso è aumentata negli ultimi dieci anni, dal 42,4% nel 2001 al 44,5% nel 2011 tra le persone con 18 anni e più. Le differenze di genere si mantengono marcate nel tempo, con uno svantaggio per gli uomini di 21,1 punti percentuali nel 2011. Sebbene la percentuale di persone in eccesso di peso cresca al crescere dell’età, è tra i più giovani che l’aumento della prevalenza di eccesso di peso negli ultimi dieci anni risulta più marcato.

I dati rilevati nelle quattro città campione evidenziano però errori nelle abitudini alimentari che vanno valutati e corretti per una sana alimentazione.

I principali errori alimentari rilevati sono stati, comunemente, una prima colazione scarsa o assente insieme ad un consumo di acqua insufficiente per fascia di età e stile di vita. Scarso anche il consumo di frutta, in alcuni casi quasi assente, e di verdura, mentre carne e derivati animali sono risultati in eccesso. I Biologi nutrizionisti hanno rilevato inoltre una disabitudine diffusa al consumo di legumi (ritenuti erroneamente ipercalorici) e una frequente sostituzione di un pasto completo con pizza da asporto (come pranzo o acquistata per cena, a ritorno da lavoro). Risultato scarso anche il consumo di prodotti integrali e di farine alternative al grano, che legato a una diffusa diseducazione al movimento (dipendenza da schermi, disabitudine-impossibilità a giocare in strada), predispone maggiormente ai disordini metabolici.

Alcuni punti critici dell’alimentazione e dello stile di vita, hanno ribadito i biologi nutrizionisti, vanno attentamente valutati e corretti: troppi pasti consumati frettolosamente fuori casa; troppi stimoli ambientali che inducono a scelte non salutari (junk food, fast food, maxi porzioni, alimenti iperconditi, troppe bibite zuccherate); un tempo troppo ristretto dedicato alla preparazione dei pasti; una crescente richiesta di comfort food (cibo consolatorio) che si accoppi allo stress incalzante e, infine, ma non per ultima, la sedentarietà e la diseducazione al movimento.

I principali consigli richiesti su patologie diagnosticate sono stati innanzitutto l’ipercolesterolemia, l’iperglicemia e diabete di II tipo. Anche l’insulino resistenza e l’ipertensione sono state tra le patologie diagnosticate dai medici e riportati dalle persone durante i colloqui con i Biologi nutrizionisti. Rilevati, tra l’altro, l’ipotiroidismo, le tiroiditi, e richieste di consigli di alimentazione per sportivi, alimentazione in età scolare, alimentazione post-chemioterapia, alimentazione negli anziani.

I dati rilevati nelle piazze e che saranno oggetto di studio sono stati peso, altezza, indice di massa corporea, rapporto vita/fianchi, circonferenza polso (taglia corporea), composizione corporea: massa grassa, massa cellulare metabolicamente attiva, acqua intra ed extracellulare, acqua totale, angolo di fase, principali abitudini ed errori alimentari in riferimento ai Larn e alle line guida Inran.

La rilevazione effettuata ha indicato inoltre un calo nei consumi giornalieri di pasta, pane, riso e frutta. Si beve poco, si mangiano più carne e affettati e risultano quasi del tutto assenti i legumi.

Il progetto “Biologo nutrizionista in piazza”, finalizzato a individuare potenziali criticità per il benessere della persona, ha avuto come obiettivo quello di aumentare la consapevolezza delle scelte alimentari e sensibilizzare sulle ripercussioni dell'eccesso ponderale sullo stato di salute.

L’iniziativa, organizzata da La Scuola di Ancel Nutrizione Informazione Prevenzione e patrocinata dell’ENPAB la cassa di previdenza dei Biologi sarà estesa, dal prossimo anno, a tutto il territorio nazionale.

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