La risposta del MEF alla interrogazione del senatore De Bertoldi presenta anzitutto un grave vizio giuridico: una sentenza della Corte Costituzionale di accoglimento, con dichiarazione di parziale illegittimità costituzionale di una norma di legge, non può mai – per sua stessa natura – avere effetto solo per la parte che promosse il giudizio, ma espunge dall’ordinamento la norma di legge incostituzionale, e ciò vale ovviamente per tutti i destinatari della norma stessa.

Ma in più, la tesi del MEF porterebbe a una clamorosa discriminazione tra soggetti uguali: non si vede perché la sentenza dovrebbe valere per la Cassa di previdenza dei commercialisti e non per le altre Casse che hanno identica natura e posizione.

Anche a prescindere, peraltro, dalle considerazioni giuridiche, la risposta alla interrogazione finisce comunque, anche al di là delle intenzioni degli autori, per inserirsi in una corrente di pensiero che non può non preoccupare i professionisti iscritti alle Casse di previdenza.

Norme come quella dichiarata incostituzionale o alcuni orientamenti recenti tendono a svilire la autonomia delle stesse Casse e la loro natura di soggetti privati: ma autonomia e natura privata non costituiscono un privilegio che i liberi professionisti vogliono preservare.

Al contrario rappresentano un valore primario, relativo ad un modello di previdenza e assistenza che integra il principio costituzionale di sussidiarietà.

Le categorie dei liberi professionisti, come gran parte dei lavoratori autonomi, sono tra i più colpiti dalla gravissima crisi economica che ha accompagnato la epidemia; le loro Casse di previdenza hanno svolto, stanno svolgendo e ancora svolgeranno straordinarie azioni di intervento e di sostegno ai loro iscritti, e di aiuto ai giovani che intendono avviarsi alla professione.

Le ragioni di autonomia delle Casse, alla base della legge che dispose la loro privatizzazione, non solo sono ancora valide, ma divengono ancor più indispensabili alla luce dei nuovi gravosi compiti che attendono il sistema.

E la loro tutela implica il riconoscimento del valore collettivo di intere categorie di lavoratori autonomi che provvedono con le loro risorse, attraverso le Casse, ad attuare i principi di solidarietà tra gli iscritti e di sostegno al futuro proprio e delle loro famiglie.

Roma 9 giugno 2021

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