Enpab e la parità di genere
Care/i dipendenti,
come sapete, siamo tra i primi Enti di previdenza ad aver intrapreso il percorso di certificazione sulla parità di genere. Dei dettagli abbiamo già avuto modo di parlare durante la riunione collettiva del 26 settembre scorso in sede. Ci tenevo però a ricordarvi il motivo per cui abbiamo scelto questa strada.
Innanzitutto, si tratta di un’occasione per noi di dare un nome e una procedura a tutto ciò che già era nelle nostre abitudini, senza che lo avessimo mai formalizzato, esplicitato e forse valorizzato come avrebbe meritato. Oggi, anche grazie al piano strategico preparato in questi mesi, siamo ancora più incentivati a compiere azioni mirate verso la parità di genere e a parlare di questo tema tra di noi e con le/i nostre/i iscritte/i.
Ci tengo a tornare sull’argomento, perché nell’ambito della diffusione di una cultura attenta al rispetto delle differenze, dobbiamo ricordare che ogni piccolo dettaglio è importante. A partire dal linguaggio, scritto e parlato, che rappresenta il mezzo principale per contrastare gli stereotipi di genere e smantellare pregiudizi anche indiretti, così come può trasformarsi in una pericolosa arma di discriminazione se utilizzato in maniera scorretta. Prestiamo attenzione sempre a ciò che diciamo e scriviamo: ogni piccolo gesto quotidiano fa la differenza in questo campo.
La certificazione di genere dunque: che cos’è, qual è il suo obiettivo e quale l’iter per ottenerla?
Il concetto di gender equality nel mondo del lavoro purtroppo è ancora lontano dall’essere una realtà. Lo dicono i numeri: il Global Gender Gap Index vede l’Italia al 63° posto, mentre la Germania è al 10° e la Francia al 15°. Non è un caso che la parità di genere e la lotta alla disparità salariale tra donne e uomini siano tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 ONU per lo Sviluppo Sostenibile e sempre per questo in Italia la legge 162/2021 sulla parità salariale ha introdotto la certificazione della parità di genere, prevista anche dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
La certificazione attesta le politiche e le misure concrete adottate dai datori di lavoro per ridurre il divario di genere in relazione alle opportunità di crescita in azienda, alla parità salariale e alla tutela della maternità.
A completare le previsioni in materia di certificazione della parità di genere per le aziende è intervenuta successivamente la UNI/PdR 125:2022 di marzo 2022, ovvero la prassi di riferimento contenente le linee guida che fissano i parametri di riferimento ai quali adeguarsi per conseguire la certificazione, individuando 6 aree di indicatori che possono contraddistinguere un’organizzazione inclusiva e rispettosa della parità di genere:
1) cultura e strategia; 2) governance; 3) processi HR; 4) opportunità di crescita ed inclusione delle donne in azienda; 5) equità remunerativa per genere; 6) tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.
Per ogni area sono stati identificati indicatori di performance, a ciascuno dei quali è associato un punteggio: l’accesso alla certificazione da parte della società è consentito con il raggiungimento di un punteggio del 60%. Ogni due anni la certificazione viene rivalutata e rinnovata qualora sui gap rilevati siano stati messi in atto piani di mitigazione e miglioramento.
Per intraprendere questo percorso, a luglio abbiamo istituito in Enpab un Comitato Guida per le Diversità e l’Inclusione di Genere, la Commissione Parità di Genere, composta da cinque membri, che garantiscono - per genere e ruolo - un’efficace rappresentazione dell’Ente e un elevato livello di professionalità per raggiungere gli obiettivi prefissati da questa procedura. A fare parte di questa Commissione siamo io, il direttore generale Massimo Opromolla, la responsabile dell’Ufficio Contabilità e Bilancio e Responsabile RU Marcella Giros, il Responsabile dell’Ufficio Sistemi Informativi Michele Spanò e la Responsabile dell’Ufficio Gare e appalti Giovanna Pisa.
Abbiamo già avuto modo di leggere e analizzare insieme i seguenti documenti, redatti dalla Commissione Parità di genere, che potete trovare all’interno di questa cartella teams disponibile per la vostra consultazione in ogni momento e che riassumo di seguito:
Piano strategico della Parità di genere 2023-2026 Policy della parità di genere Piano formazione e comunicazione Policy retribuzioni Policy recruiting Policy valutazione performance e sviluppo di carriera Policy molestie e sistemi di raccolta delle segnalazioni Policy gestione pre-post maternità/paternità Registro non Conformità Schema per la valutazione della performance dei dipendenti
Non resta che augurare a tutti noi un in bocca al lupo per la riuscita di questo percorso che comporterà un importante passo avanti nel futuro innovativo della nostra Enpab.
Tiziana
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