Torino, 20 aprile 2013

La figura professionale del biologo non può non essere legata da un rapporto speciale all’”ambiente”, attribuendo a questo termine il significato ampio, ma necessario ed attuale, sia di contesto ‘outdoor’ (secondo l’interpretazione più comune e tradizionale) sia di realtà ‘indoor’.

E’ noto come il Codice Deontologico della professione di Biologo, all’articolo 10, sancisca testualmente ed in modo esclusivo: “Nel caso in cui le attività professionali del Biologo abbiano ad oggetto, a qualunque titolo, l’ambiente naturale, la flora e la fauna, egli è tenuto ad assicurare, per quanto è possibile, il benessere e il rispetto dell’ambiente stesso, astenendosi da comportamenti inutilmente distruttivi o dannosi”.

Specifiche disposizioni di legge riconoscono al biologo precise ed importanti competenze in questo ambito.

Pastoni

E’ il caso del D.P.R. n. 328/01 che, come è noto, oltre a modificare la struttura del corso di laurea in Scienze Biologiche e dell’Esame di Stato di abilitazione all’esercizio della professione di Biologo, ha ampliato oltre che meglio esplicitato le competenze riconosciute alla nostra figura professionale in questo ambito.

L’articolo 31 di tale decreto indica infatti come, in aggiunta a quanto codificato dalla Legge n. 396/67, formino oggetto della professione di biologo, tra l’altro: “progettazione, direzione lavori e collaudo di impianti relativamente agli aspetti biologici” e “valutazione di impatto ambientale, relativamente agli aspetti biologici”.

Inutile osservare come la specificazione “relativamente agli aspetti biologici” sia in realtà ben poco limitante, risultando comunque arduo immaginare un qualsivoglia “impatto ambientale” del tutto scevro da coinvolgimenti di natura biologica.

In tema di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (tipico e fondamentale esempio di ambiente “indoor”), già il ben noto D.Lgs. n. 626/94 ha introdotto la complessa problematica del rischio biologico, ripresa dal vigente D. Lgs. n. 81/08, per la quale le progressive acquisizioni relative alla specie batterica Legionella pneumophila stanno contribuendo a delineare i reali contorni.

Le competenze istituzionalmente riconosciute al biologo devono ovviamente essere sempre accompagnate da conoscenze aggiornate sui risvolti legislativi e tecnico-scientifici del contesto ambientale, in continua e rapida evoluzione, in carenza delle quali la credibilità di un professionista impegnato in questo ambito sarebbe inevitabilmente compromessa.

Lo stesso Programma di Educazione Continua in Medicina, attraverso cui, come è noto, l’obbligo della formazione ha trovato una precisa codifica, successivamente ripresa ed interpretata dal recente D.P.R. n. 137 del 7 agosto 2012 come (cfr. art. 7) elemento indispensabile per ‘garantire la qualità ed efficienza della prestazione professionale’, ha individuato tra i propri obiettivi formativi di fondo il “miglioramento della interazione tra ambiente e salute”.

Il convegno “L’ambiente. Risorsa di vita e ‘chance’ professionale” ha voluto costituire un momento di formazione ed aggiornamento sulla tematica “ambiente” considerata sotto i due profili in precedenza esplicitati, verso cui si sono orientati i diversi contributi scientifici che lo hanno caratterizzato.

Esso ha rivestito il significato di una ennesima iniziativa ENPAB in favore dei propri iscritti, fondata sul principio che se la “previdenza” è sostanzialmente il futuro di qualunque professionista, l’“assistenza” non è che il presente.

Ed in un contesto di “presente”, l’ENPAB intende essere al fianco dei professionisti da essa rappresentati, anche nell’adempimento di precise disposizioni di legge che individuano inderogabili esigenze professionali, quali l’obbligo alla formazione e all’aggiornamento professionale.

Con la coscienza che, in un mondo del lavoro in continua evoluzione, il costante aggiornamento professionale non può che migliorare prospettive e chances di realizzazione di qualunque biologo.

In qualità di relatori si sono alternati, nello sviluppo della manifestazione, esperti e professionisti specificamente coinvolti nel contesto ambientale.

Il primo a prendere la parola, introdotto dalla dr.ssa Patrizia Parodi, fiduciaria ENPAB per la regione Piemonte in veste di moderatrice, è stato il Dr. Carlo Jacomini, responsabile del Settore Bioindicatori ed Ecotossicologia dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale di Roma.

Il contributo scientifico proposto dal dr. Jacomini, dal titolo “Biomonitoraggio e tecniche di valutazione del rischio ecologico nel comparto suolo” ha sviluppato svariati coinvolgimenti di un risvolto quanto mai rilevante di quello che può essere definito ‘ambiente outdoor’.

Dati e valutazioni presentate dal dr. Jacomini hanno suscitato un consistente interesse nei presenti alla manifestazione, originando una fase di approfondita e coinvolgente discussione.

E’ intervenuto, a seguire, il dr. Luigi Guidetti, direttore del Dipartimento del Verbano, Cusio, Ossola dell’ARPA Piemonte.

Il dr. Guidetti, con la sua presentazione “La gestione delle fioriture di cianobatteri nelle acque lacustri utilizzate ai fini balneari”, ha conferito il giusto risalto ad una delle più macroscopiche conseguenze dell’inquinamento ambientale di origine antropica.

Facendo affidamento alla propria vasta ed approfondita conoscenza del settore considerato, il dr. Guidetti ha fornito ai partecipanti al convegno un quadro significativo e globale dei molteplici risvolti, non di rado scarsamente conosciuti, ascrivibili alla problematica oggetto di trattazione: è stato il caso, ad esempio, della sintesi e conseguente liberazione nel mezzo idrico di sostanze tossiche ad opera dei microrganismi in questione.

La prima sessione scientifica del convegno si è quindi conclusa per lasciare spazio alla prevista sessione professionale: obiettivo degli eventi formativi realizzati da ENPAB è infatti anche quello di ‘collegare’ sempre l’aggiornamento tecnico-scientifico con l’indispensabile risvolto riguardante la ‘cultura’ della professione, di cui il contesto previdenziale costituisce, soprattutto nella realtà odierna, una componente irrinunciabile.

La relazione dal titolo “Il sistema previdenziale dei biologi nell’attuale scenario economico”, in assenza del presidente ENPAB, dr. Sergio Nunziante, trattenuto a Roma da impegni istituzionali, è stata proposta dal prof. Stefano Dumontet, coordinatore del Consiglio di Indirizzo Generale.

Il vice presidente ENPAB, dr. Michele Ettorre, ha dal canto suo presentato l’intervento “Le forme di assistenza tra innovazione e sostenibilità”.

I due contributi richiamati hanno delineato ai partecipanti alla manifestazione un quadro globale ed aggiornato della ‘realtà ENPAB’ sotto i diversi profili, consentendo ai medesimi di visualizzare l’impatto considerevole di questo Ente nella propria mission di concreto supporto per la professione.

La sessione professionale ha poi trovato compimento con la presentazione “Previdenza e professione: quale dialogo?”, proposta dalla dr.ssa Maria Caterina Sforza, fiduciaria ENPAB della Lombardia: la connotazione effettiva della professione di biologo ha trovato, con questa presentazione, un significativo inquadramento.

I contributi scientifici sono quindi ripresi nella parte pomeridiana del convegno, con l’intervento del dr. Fausto Alava, professionista con un trascorso di grande rilievo come responsabile delle attività operative e di laboratorio e responsabile del Dipartimento Qualità presso Bergamo Ambiente e Servizi.

Criteri di qualità nelle analisi di matrici ambientali” è stata la tematica affrontata dal dr. Alava, che con grande appropriatezza concettuale e terminologica ha esposto alcune delle più consistenti innovazioni introdotte dalla normazione tecnica internazionale nel contesto dei criteri di qualità analitica.

L’avvocato Afro Ambanelli, titolare di uno studio legale a Parma, grande esperto di giurisprudenza e legislazione alimentare ed ambientale ha quindi fatto seguito con una relazione dal titolo: “L’ambiente: risvolti giuridico-normativi”.

E’ facilmente intuibile come oggigiorno qualunque biologo debba essere un vero e proprio ‘manager’ della propria professione e conoscerne i molteplici aspetti, non solo scientifici e tecnologici: l’avv. Ambanelli ha fornito ai presenti una autorevole ancorché didascalica interpretazione di ambiti giuridici resi quanto mai complessi dalla natura stessa della composita problematica in questione.

La manifestazione è stata conclusa dal contributo del dr. Fiorenzo Pastoni, responsabile italiano della normazione in ambito biologico presso UNICHIM, Ente federato ad UNI, Ente Italiano di Unificazione.

Tale contributo, orientato su “Ambiente ‘indoor’ e rischio biologico” ha esteso a questo secondo significato del concetto ‘ambiente’ la trattazione della giornata di studio, illustrandone in particolare gli sviluppi delineati dalla normazione nazionale nel proprio intento di consentire una efficace ed appropriata attuazione di quanto la legislazione europea ha progressivamente delineato in questo ambito.

Il momento di discussione finale con la quale i lavori sono pervenuti alla conclusione ha consentito di meglio focalizzare alcuni risvolti di specifico interesse dei partecipanti al convegno, ulteriore tappa di quel percorso verso una professione sempre più rispondente alla continua evoluzione del contesto scientifico-tecnologico, ma anche economico-sociale, che ENPAB intende percorrere accanto ai propri iscritti.

Fiorenzo Pastoni

Consigliere CdA

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