L'adeguatezza delle pensioni è stato iltema al centro di una tavola rotonda organizzata dall'Ente di previdenza dei biologi che si è tenuto il 30 settembre scorso a Pontecagnano, in provincia di Salerno.
Al dibattito hanno partecipato, tra gli altri, l'On. Antonino Lo Presti, vicepresidente Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale nonché autore della legge sulla manovrabilità del contributo integrativo. «Per le casse di previdenza nate nel 1996, tra le quali anche la nostra Enpab», ha sottolineato il presidente Sergio Nunziante, «questo contributo è fermo al 2%. La novità introdotta dalla Legge 133 può costituire una fondamentale opportunità per incrementare i montanti contributivi e quindi, concorrere a migliorare i trattamenti pensionistici dei nostri assicurati».
Lo Presti ha evidenziato come "l'equilibrio dei giovani professionisti, tutti, non solo quelli dell'ENPAB, è stato fortementecompromesso da un sistema retributivo che, per molti anni, è stato troppo generoso verso i pensionati (quanto versato è stato restituito nei primi
tre/quattro anni di pensione). La Legge 130, che porta il mio nome, è l'unico atto concreto, nella riforma del sistema previdenziale, fatto per riportare un po' di equilibrio nella previdenza delle giovani generazioni".
"Da oggi - ha concluso Lo Presti - con questa legge si va ad arricchire il contributo versato, ma si va anche a implementare il montante contributivo individuale. Questo significa che l'assegno pensionistico, grazie a questa legge, sarà certamente migliore rispetto a quello attuale".
Sergio Nunziante ha poi illustrato nel corso del dibattito i metodi più diffusi per calcolare le pensioni. "I metodi di calcolo a prestazione definita - ha sottolineato -sono, in maggioranza, costruiti attraverso il prodotto tra l'anzianità di iscrizione e l'aliquota di rendimento da applicare ad una media dei redditi dichiarati negli ultimi n anni, a loro volta rivalutati sino al momento del pensionamento. Nei metodi a contribuzione definita la pensione è, invece, il risultato del prodotto tra il complesso dei contributi versati, rivalutati anno per anno in base ai rendimenti realizzati dal gestore del fondo pensione (montante contributivo), moltiplicati
per un coefficiente attuariale che tiene conto della speranza di vita residua del percettore la rendita ed, eventualmente, anche dei suoi superstiti".
Luca Coppini, attuario dell'Enpab, si è soffermato sul metodo di calcolo vigente presso le Casse di previdenza regolate dal DL 103/96, esso è direttamente mutuato da quello introdotto presso l'AGO dal DL 335/95 ed è da considerarsi una "terza via". In effetti, "sebbene si presenti come una contribuzione definita, ha concluso Coppini, tale metodo è da classificare tra quelli a contribuzione definita nozionale (NDC) perché presenta alcuni elementi, quali il tasso di rivalutazione dei montanti individuali ed i coefficienti attuariali, legati a grandezze esogene, quindi non direttamente connesse con le esperienze della Cassa".
Gli interventi dei biologi presenti sono stati numerosi e mirati al desiderio di capire più in profondità il sistema previdenziale e cosa fare per un futuro pensionistico, soprattutto dei giovani professionisti, in grado di rispondere alle necessità e ai bisogni sociali.
L'auspicio tra i presenti è stato che si ripetano in futuro dibattiti del genere nelle varie regioni italiane.