Un «regalo» da 3mila euro a ognuno dei quasi 12mila iscritti all'ente di previdenza di categoria: non un assegno brevi manu, ma un aumento lineare del montante contributivo, che si trasformerà in un aumento della pensione quando il professionista andrà a riposo.

La decisione, singolare in tempi di riforme previdenziali tutte giocate nel segno dell'austerità, arriva dal consiglio di amministrazione dell'Enpab, l'ente che appunto gestisce i contributi e le pensioni dei biologi. A motivarla sono i numeri dell'ultimo bilancio consuntivo, appena approvato dallo stesso consiglio di amministrazione, che registra un patrimonio netto di 60,7 milioni di euro, con un aumento del 24% (11,8 milioni) rispetto ai dati di 12 mesi fa. Ad aiutare i conti dei biologi, spiega la Cassa, ci sono anche i risultati degli investimenti finanziari, che nel 2012 hanno offerto un rendimento di 12,6 milioni al netto degli oneri fiscali. Sorretto da questi numeri, l'ente ha deciso così di fare un regalo ai propri iscritti, che nel complesso vale 35 milioni di euro e permette di tenere da parte un patrimonio restante di circa 25 milioni: «Questo patrimonio - spiega Sergio Nunziante, presidente dell'Enpab - è denaro dei nostri iscritti, ed è a loro che deve ritornare».

A rendere possibile la manovra straordinaria decisa dall’Enpab, comunque, è prima di tutto l'anagrafe della professione, perché un iscritto su due ha meno di 45 anni, la classe di età più rappresentata è quella che va dai 35 ai 39 anni e, con 417 pensioni liquidate nel 2012, porta l'Enpab a contare su 28 iscritti attivi per ogni pensionato. In questo quadro, l'indice che mette a confronto l'ammontare del Fondo pensioni e l'importo complessivo delle prestazioni liquidate si attesta a 16,23, molto più in alto del livello minimo (5) previsto dallo Statuto. Con questo quadro anagrafico, quindi, il «regalo» non sembra intaccare le prospettive dell'ente.

G.Tr.

Sole24Ore, 04/07/2013

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